UNA MODERNA MIRANDOLINA NE
“LA LOCANDINERA” AL FESTIVAL LA VERSILIANA
Il classico “La Locandiera” di Carlo Goldoni in scena al Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) martedì 25 agosto.
Nel cast Andrea Buscemi (il marchese di Forlipopoli) nel doppio ruolo di regista e attore, Renato Raimo (il cavaliere di Ripafratta),
Riccardo De Francesca (conte di Albafiorita), Giorgio Reali (Fabrizio).
La commedia ha debuttato al Festival “11 Lune” di Peccioli.
Eva Robin’s è Mirandolina nel classico “La Locandiera”. Scritta nel 1751 e portata sulle scene per la prima volta nel 1753 al teatro Sant’Angelo di Venezia, “La Locandiera” è ancora oggi la commedia goldoniana più amata e rappresentata nel mondo; un testo che non poteva mancare nel ricchissimo e variegato programma teatrale-culturale del Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) nell’anno del trentennale, portato in scena, martedì 25 agosto (Inizio ore 21.30. Info e prenotazioni www.laversilianafestival.it) dalla Compagnia PeccioliTeatro con protagonista Eva Robin’s, alle prese per la seconda volta con un testo di Goldoni (la prima nel 2007 con “Le Serve”), e reduce dall’esperienza triennale del musical “Otto donne e un mistero” con a Corinne Clery e Sandra Milo per la regia di Claudio Insegno, Andrea Buscemi, nel doppio ruolo di attore e regista, e Renato Raimo, volto noto di alcune delle fiction più amate (“Carabinieri”,”La squadra” e “Don Matteo” per citarne alcune) che vedremo, prossimamente anche al cinema nel 2010 nel sequel di Federico Moccia “Scusa ma ti voglio sposare” dopo “Scusa ma ti chiamo amore”. La commedia ha debuttato il 30 luglio al Festival “11 Lune” di Peccioli (Pi) raccogliendo pareri e critiche molto positive da parte del pubblico.
Considerata esempio tipico e felice di commedia di carattere, la bella albergatrice fiorentina è maestra nel far innamorare gli uomini: la corteggiano già invano lo spiantato marchese di Forlipopoli (lo stesso Andrea Buscemi che qui disegna l’ennesimo ritratto di cialtrone e profittatore, inseribile nella vasta galleria dei personaggi da lui interpretati a fianco di Giorgio Panariello o con Gigi Proietti) e il ricco conte di Albafiorita (Riccardo De Francesca) ma non il misogino cavaliere di Ripafratta (Renato Raimo). Punta nell’orgoglio femminile, e con signorile abilità, Mirandolina lo conquista poco a poco fino ad averlo ai suoi piedi, ma sposa Fabrizio (Giorgio Reali) il giovane cameriere della sua locanda, optando, col buon senso di donna e di locandiera, per un marito giovane e uno stipendio risparmiato. “Porto in scena – ha spiegato la Robin’s presentano la commedia che la vede protagonista - una Mirandolina moderna, una donna manager che sa condurre una locanda e tirarsi indietro al momento giusto tra tutti gli uomini che le fanno la corte. E’ un esempio positivo di donna”. Una Mirandolina “lontana dal cliché che accompagna da sempre Eva Robin’s – ha precisato il regista e attore Andrea Buscemi - Eva non sarà trasgressiva ma seducente: intelligente, arguta e molto timida, ma non per questo meno determinata e capace. E’ talmente naturale nel ruolo di Mirandolina che alla fine è proprio su un testo classico che fa teatro d'avanguardia”.
E la scelta di affidare ad un personaggio così particolare come Eva Robin’s il ruolo di Mirandolina non è affatto casuale: di tutte le opere di Goldoni La Locandiera è quella che meglio di qualunque altra rappresenta il “Teatro della Seduzione”. Una piece che riduce i nobili che ruotano attorno a MIrandolina, a fare le parti buffe, i misogini e i servitori di turno finiscono quasi a fare da corollario alla perfetta macchina seduttiva messa in moto da Mirandolina-Eva, i cui caratteri sono quasi identici. Il capolavoro psicologico di Goldoni, omaggio superlativo alla femminilità, trova dunque in Mirandolina/Eva una espressione indimenticabile. Che può ancora oggi testimoniare la continua comunicabilità, il filo sempre teso fra questo grande autore e il pubblico. Preludio alla stagione più memorabile di Goldoni, “La Locandiera” riprende infine il tema, a lui congenialissimo dell’amore; ed offre altresì un esempio di quell’interazione tra Mondo e Teatro che è il dono raro del grande veneziano.
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